Johannes Brahms - Strings Sextets Opp. 18 & 36 Ermitage
cover of article Genere: Classico
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WG Image CD CHF 18.70

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Note

Questa ristampa Ermitage presenta la storica registrazione dei Sestetti d’archi op. 18 e op. 39 di Johannes Brahms realizzata nel 1996 da Giuliano Carmignola (violino), Stefano Zanchetta (violino), Tommaso Poggi (viola), Fabrizio Merlini (viola), Mario Brunello (violoncello) e Franco Rossi (violoncello).

Pochissimi anni separano la composizione del Sestetto Op. 18 da quella del Sestetto op.36 ma sono anni cruciali nella vita di Johannes Brahms, per l’acquisizione progressiva di un linguaggio specifico all’interno dello stile cameristico. […] In queste opere, come in genere in tutti i lavori del giovane musicista amburghese, è presenta un tangibile dicotomia interna. Da un lato, soprattutto nella creazione tematica, appare l’animo nordico, fortemente influenzato dal sentimento e dallo spirito romantico. Dall’altro, nella costruzione formale, è chiara la propensione culturale e razionalistica di Brahms verso i modelli a lungo studiati ed ammirati del classicismo viennese e del camerismo di Schubert. […] Al di là di queste considerazioni stilistiche sono l’unità di atmosfera e la freschezza dell’ispirazione a caratterizzare il Sestetto op. 18 nel quale Brahms dimentica la cupezza sognante dei suoi primi lavori, legati al clima non solo culturale della sua Amburgo, per proporre le più dolci fantasie dell’estate 1860 passata in vacanza sulle rive dell’Elba. […] La consuetudine di Brahms di scrivere a breve distanza di tempo due opere per lo stesso organico, in modo che l’esperienza acquisita nel primo lavoro potesse trovare spazio in un medesimo ambito espressivo spiega la nascita di un secondo sestetto per archi che non si discosta in modo netto dal primo sotto il profilo stilistico, ma che presenta maggiore ricchezza negli spunti espressivi e nel trattamento strumentale. Iniziato a Baden-Baden nell’estate del 1864, il Sestetto op. 36 fu completato in un inverso non troppo felice dal punto di vista personale anche se assai inteso sotto il profilo lavorativo. Il lavoro sembra infatti legato al nome di Agathe von Siebold, il primo amore dell’artista, la cui vicenda si era ormai conclusa, ma il cui ricordo non era poi del tutto cancellato se è vero che il nome AGATHE – o meglio un tema le cui note corrispondono alle singole lettere nella notazione tedesca – caratterizza una parte importante del primo tempo. I principi costruttivi di questo brano, abbastanza simili a quelli del sestetto che lo precede approdano però, nella sostanza ad esiti musicali differenti. Assai più costruito e completo nella polifonia infatti mantiene però quel carattere pastorale che segna quasi tutti i lavori composti da Brahms a Baden-Baden.