Tirar mattina Baldini+Castoldi
cover of article Reparto: Narrativa

Descrizione

A vent’anni dalla morte, ripubblicare il capolavoro di Umberto Simonetta offre l’occasione per scoprire o recuperare la vena comica e satirica, ma anche malinconica e amara di un appassionato narratore della nostra storia, dell’epopea di una Milano da trani (e non ancora da bere, per carità), di gente che sbarcava il lunario, di giovani ribelli, di quartieri sentinella del mondo che cambiava, e poi di amori, naturalmente.

Tirar mattina racconta di Aldino che all’alba dei suoi trentatré anni ha deciso di mettere la testa a posto trovando finalmente un lavoro, proprio lui che finora si è arrabattato con mille lavori diversi, il più delle volte discutibili, riuscendo a scampare la vita da operaio come suo padre. Ma prima di cominciare la sua nuova vita da uomo adulto e responsabile, vuole festeggiare e decide di farsi un ultimo bicchiere e poi a nanna, o meglio a slòffen. Ma quei bicchieri diventeranno parecchi e Aldino, che è un animale notturno, non ce la farà a sottrarsi agli incontri che Milano, bella come non mai in questo romanzo, gli offrirà, finendo immancabilmente per tirar mattina.

È Aldino stesso a raccontarci di questa ultima notte e lo fa con uno slang a metà tra il dialetto meneghino e il gergo della strada fondendo tutto in un flusso di coscienza miscelando passato e presente con superba maestria in quello che, a oltre cinquant’anni di distanza, ha ancora tutta la freschezza di un classico modernissimo e senza tempo.

Aldino si trova a vivere un’epoca di passaggio, esattamente come di passaggio si sente lui, in bilico tra giovinezza ed età adulta, testimone consapevole di una Milano che fu, con i suoi bar in cui era possibile rifugiarsi a ogni ora del giorno e della notte. L’ultima notte di libertà è una notte sfrenata, in cui si intuisce che la società sta cambiando, che il boom sta arrivando, che le illusioni ubriacano e che le disillusioni sono lì pronte dietro la porta, a mordere l’esistenza.

«Simonetta mette da parte ritegno e mestiere per consegnarci il ritratto più pungente e concreto possibile di uno sbandato cittadino, per capovolgere e parodiare il tema di tanta narrativa americana (il tema, tanto per stare agli ultimi esempi, de Il giovane Holden di Salinger e di Corri, coniglio di Updike), e cioè il mito dell’evasione. Il suo Aldo ha tentato di evadere dal disordine nell’ordine, ma ritorna all’ovile: e proprio a questo ritorno dobbiamo un testo amaro e saporoso, una lettura interessante.»
Oreste del Buono
WG Image Libro CHF 27.00

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Dettagli/Note

Collana: Romanzi e racconti / Formato: Brossura / Pagine: 208