A posto così Gutenberg Music
cover of article Genre: Jazz
Tracklist non disponible

WG Image CD CHF 23.90

Remarques

Da almeno trent’anni Beppe Costantini è un attivo e prezioso protagonista del panorama musicale veneziano, flautista talentuoso quanto aperto e trasversale – virtù rare in tempi in cui invece prevale, anche nella musica, un’esasperata specializzazione – capace di passare con disinvoltura dalla musica classica a quella brasiliana, dal pop raffinato alla canzone di qualità. Dopo una lunga serie di prestigiose collaborazioni, il pluristrumentista (che qui oltre al flauto suona il basso, ed in qualche brano anche la chitarra) può finalmente mostrare ad un pubblico più ampio, con il primo disco da leader, le sue notevoli qualità musicali. “A posto così” appare come una prova solistica matura, a lungo attesa quanto minuziosamente preparata. Se erano ben note, specie fra i musicisti, le sue straordinarie doti di flautista, si rimarrà invece felicemente sorpresi nello scoprire il suo non comune talento di compositore e arrangiatore. Non c’è spazio per l’improvvisazione nei suoi numerosi interventi solistici: ogni passaggio, anche il più difficile e complesso, è stato rigorosamente studiato e fissato sulla partitura. Senza impiegare importanti mezzi tecnici e finanziari, Beppe Costantini ha avuto il merito d’esser riuscito a dare a tutte e dieci le tracce dell’album un suggestivo respiro orchestrale. Siamo in presenza di otto brani strumentali e di due canzoni (A posto così, che dà il titolo al disco, e Mesole), tutti di sua composizione se si esclude la deliziosa “danzón” del pianista portoricano Oscar Hernández. Il risultato è alla fine più che soddisfacente anche per merito degli eccellenti compagni di viaggio che lo affiancano, fra cui il batterista Davide Ragazzoni (unico musicista, oltre al leader, presente in tutto il disco), e l’amico Stefano Scutari, apprezzato chitarrista ed innamorato come lui della musica sudamericana. Grazie ad arrangiamenti efficaci e funzionali, un corno francese ed un quartetto d’archi sembrano bastare a far conferire ad un piccolo ensemble i cangianti e variegati colori di un’orchestra.