Passepartout - Canzoni d'amore Felmay
cover of article Genre: Jazz, Cantautoriale, Swing
1.Maria Gilberta
2.No Jazz
3.Ma l'amore no
4.San Francisco Fan
5.La macchina ce l'hai
6.Tu che mi fai piangere
7.Che si fa con le fanciulle
8.A Zonzo
9.Amami di più
10.Winchester Cathedral
11.Nebbia
12.Wanda stai seria con la faccia ma però
13.La più bella del mondo
14.Le mouton de Panurge
15.Martha
16.Petit homme c'est l'heure de faire dodo

WG Image CD CHF 24.90

Remarques

Nel 2010, Augusto Creni, Marco Maturo e Lucio Villani si incontrano, da spettatori, al festival internazionale Django Reinhardt di Samois. Spontaneamente nasce Orchestra Cocò. Il chiaro intento è quello di suonare la musica manouche, con la variante che Lucio Villani canta e propone. Un repertorio basato sulle canzoni, con dinamiche e atmosfere soffuse. I tre cominciano ad esibirsi, dopo l'esperienza francese, in numerosi concerti in diverse regioni italiane e a costruire un vasto e ricercato repertorio che attinge ai più svariati generi musicali. Si parte dalla tradizione legata a Django Reinhardt per arrivare, attraverso la canzone italiana anni 40 fino a Vangelis e Johnny Cash. Allo stesso tempo sviluppano, per questo repertorio, un sound personale e accattivante che riconduce ad un suono di ensemble vicino a quello del quintetto di Luciano Zuccheri, straordinario chitarrista italiano degli anni '40. Passepartout, opera prima dell'Orchestra Cocò è un traguardo per i due chitarristi (Creni e Maturo) e per Villani (voce e contrabbasso) che presentano in questo progetto sia canzoni rodate già alle prime performance, con arrangiamenti nuovi e brillanti, sia brani che nel corso del tempo trascorso insieme sono prepotentemente entrati nel repertorio del gruppo. Passepartout è soprattutto un disco di canzoni. Vediamo incisi classici, anche sconosciuti, del repertorio swing e melodico italiano, riarrangiati per voce, due chitarre e contrabbasso. 16 brani di omaggi a grandi musicisti, non solo d'essai. Da Norma Bruni a Natalino Otto, da Paolo Conte a Tom Waits. Brani fondamentali per trasformare il disco in un racconto tra parole, musiche e suggestioni da inizio Novecento, la prima metà del secolo che ritrova le sue tracce anche nel nome del trio: Orchestra, non per manie di grandezza ma per ricordare come le grandi orchestre dell'epoca, quelle di Angelini, di Barzizza, negli anni delle canzoni che possiamo ascoltare nel disco, accompagnavano i cantanti a cui il trio si è ispirato. Cocò come omaggio a Mimì e Cocò, personaggi legati ad un passato che ci rimane tramandato nei modi di dire dei giorni nostri, così la musica suonata e cantata in Passepartout è arrivata fino ad oggi e grazie al disco potrà essere ascoltata e danzare nelle nostre menti. Passato e futuro si riassumono nei brani proposti nel disco per non ripercorrere precisamente i passi di chi li ha preceduti, basta ascoltare alcune esecuzioni per comprendere quanto sia forte il concetto di tradurre la tradizione per portarla lontana negli anni a venire. La confidenza e l'intimità cercata dai tre, e che genera l'ascolto di questo disco, ci trascina in momenti di ironia, in grado di strapparci un sorriso per gli stereotipi di brani come 'La macchina ce l'hai', 'Che si fa con le fanciulle', echi di un epoca che ci attrae per la sua educata schiettezza. Al tempo stesso si giunge ad un profondo sentimento ascoltando 'Tu che mi fai piangere' o la struggente 'Nebbia' e non mancano testi di acuta riflessione come la traduzione italiana di un brano di Brassens 'La pecora di Panurge'. Naturalmente non sono assenti le donne nel disco: 'Wanda', 'Martha' (brano cantato in inglese) e l'indimenticabile 'Maria Gilberta' con cui si apre il disco. Infine per i più piccini, oltre che per chi lo è stato: 'A zonzo' e 'Petite homme c'est l'heure de faire dodo', la ninna nanna con cui il disco finisce, in attesa di essere riascoltato.