La biblioteca di Trimalcione Adelphi
cover of article Genre: Studi letterari

Description

Si può amare il "De rerum natura"? Sì, a pat­to, spiega Giuliani, di rovesciare la creden­za comune secondo la quale Lucrezio mette in versi la dottrina materialistica epicu­rea. Si imporrà allora quel «razionalismo visionario» che, attraverso l’esplorazione dei fenomeni di ogni ordine, «si esalta oltre le mura fiammeggianti del mondo». Ma rovesciare la credenza comune richie­de – direbbe Manganelli – qualcosa di più di un sapere «da professore o da irto pe­dagogo». Esige un lettore avido di «tran­gugiare polpa di chimere» e di accumula­re biblioteche personali, capace di gelose relazioni (con Kierkegaard, per esempio) come di improvvise scoperte e meditate ri­pulse; un critico tanto immune da timorati specialismi e paralizzanti gerarchie da sen­tirsi a proprio agio discorrendo del mon­do «fragile e tenace come una ragnatela» della "Storia di Genji" o della patafisica di Jar­ry, «scienza ingorda di annettersi l’univer­so». E, soprattutto, uno scrittore in grado di afferrare ciò che ha letto e di restituirlo con memorabile incisività: così il Samuel Johnson di Boswell è una specie di «Pick­wick ciceroniano», l’amato Leopardi «un materialista platonico», Cioran «un dandy della maldicenza metafisica», e "Se una notte d’inverno un viaggiatore" di Calvino «un trucco d’amore per attrarre la letteratura nel vuoto e lasciarla lì sospesa». Senza que­sta fatale qualità, del resto, Giuliani non sarebbe riuscito a trasmetterci la sua pas­sione – e insieme a irriderla: «Non sono forse così, abbuffate trimalcioniche, vuoti farciti di studiate leccornie, le nostre in­ cessanti letture...?».
WG Image Libro CHF 56.00

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Détails/Remarques

Collana: Saggi. Nuova serie / Pagine: 392