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Notas

Cameron Stallones aka Sun Araw è la quintessenza del contemporaneo corriere cosmico. Emerso dai fumi di un’antica civiltà egizia e stanziatosi presso una delle mecche dell’esperienza lisergica americana come Austin, Texas, il nostro vanta una discografia sterminata e collaborazioni con alcuni luminari del calibro di Laraaji (solitario viaggiatore tribal new age scoperto da Brian Eno) ed i quintessenziali rastafariani Congos.

Per la colonna sonora dell’omonimo lungometraggio diretto da Fulvio Risuleo "Guarda In alto" (rocambolesca storia di un panettiere che trova sui tetti della città l’accesso ad un universo parallelo) Sun Araw guarda verso possibili altri orizzonti. Disseppellendo stoccate psych e glitch elettronici attraverso un doppio album che sembra rimandare all’epoca d’oro della computer music come alle invenzioni di casa Lovely (la leggendaria etichetta newyorkese specializzata in minimalismo ed affini) e a certa estetica dub incommensurabilmente psicotica.

Un disco composto da tante micro-cellule, che sposa l’avventura ai "confini del cielo" del protagonista, ribadendo quel feeling onirico cui il protagonista ci ha abituati da diversi anni a questa parte.