Czeleste Felmay
cover of article Género: Ethno, Folk
1.Il ragno Wakka
2.Gattamolesta
3.La zia Eva
4.Boia Giuda criminale
5.Papete Rell 2007
6.Tristano da Marotta
7.Kadisha
8.Estasiatica
9.Tapan Pan
10.Polka Punk
11.La ballata predata
12.You Spin Me Round
13.Ediska Bulgarish

WG Image CD CHF 27.10

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Notas

I GATTAMOLESTA sono senza dubbio tra le migliori formazioni di (power) folk venute allo scoperto negli ultimi anni in Italia e Czeleste, la loro terza prova discografica dopo l’ep I pesci, i pani e gli esemplari e l’album Alla festa del brigante, ne è una conferma probante. Si tratta naturalmente di un folk atipico, irregolare e bizzarro, che tiene conto e interagisce con i suoni del mondo, com’è giusto che sia nel nostro tempo. La formazione proviene da Forlì, città che li ha visti muovere i primi passi nel 2006. La loro musica è scesa sin da subito nelle strade, preferendo l’immediatezza del contatto con il pubblico alle sedute di studio al chiuso. Un modo ineccepibile per provare e provarsi, per valutare la tenuta di un brano e cogliere in tempo reale la risposta emozionale di chi ascolta. Così, da una piazza all’altra, da una piccola festa paesana al Buskers festival di Barcellona e ai palchi delle rassegne jazz, GATTAMOLESTA si è costruita una solida reputazione di band sanguigna e travolgente. Il front-man e ideatore del gruppo è Andrea Gatta, cantante e chitarrista dall’indubbio appeal, che grazie al suo carisma è in grado di stabilire un’immediata complicità con i presenti. A completare il quartetto troviamo musicisti di ottimo livello quali Nicolò Fiori al contrabbasso, Jader Nonni alla batteria e Luigi Flocco alla fisarmonica. Se amici e ospiti non mancano mai durante gli spettacoli dal vivo, lo stesso accade in Czeleste, dove si ascoltano il trombettista Eusebio Martinelli, Aleksandar Rajkovic al bombardino e Fabrizio 'Biccio' Benevelli ai sassofoni e clarinetti. Il suono di GATTAMOLESTA è vivo e pulsante sin dai titoli (Estasiatica, Polka Punk. Boia Giuda Criminale) e nei brani, tutti originali e firmati dal capobanda, si percepisce forte e chiara, a livello strumentale, la fascinazione per i mille rivoli della musica balcanica sia del passato sia del presente (Bregovic, Kusturica, Gogol Bordello), nonché in generale il debito verso l’estetica gitana. I testi, rigorosamente in italiano, rivelano invece la tensione verso il superamento dei cliché del cantautorato del Bel Paese, proponendo versi surreal-dadaisti ubriachi di ironia e sentimenti forti, contestualizzabili in una linea d’autore che da Tom Waits arriva sino a Vinicio Capossela. Un canto libero, quello dispiegato dai romagnoli GATTAMOLESTA, che testimonia come la musica possa ancora essere vissuta, anche nella nuova era glaciale e digitale, sotto una forma semplice ma dal contenuto traboccante di umanità.