Questione di corde AlfaMusic
cover of article Style: Jazz
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Notes

Da tempo avevo il desiderio di realizzare un disco in acustico con la possibilità di riunire in un solo progetto molte delle canzoni che per me hanno rappresentato un momento molto importante della mia adolescenza e mi sono ripromesso che un giorno avrei trovato il modo di farne delle mie versioni. La scelta dei brani è stata davvero difficile, per questione di spazio ho dovuto fare una selezione legata più alla canzone che agli interpreti originali, che per me hanno sempre rappresentato un modello a cui ispirarmi sia per la coerenza sia per la sensibilità artistica che li ha sempre contraddistinti e resi fra i più grandi che abbiamo nel panorama della musica leggera. Ha prevalso una scelta affettiva, legata dalla canzone a un momento della mia vita. Molti artisti si ripetono e alcuni brani fanno parte degli stessi album. Altri non ci sono perché a quel punto questo progetto sarebbe dovuto diventare un disco doppio o triplo addirittura. Altre cose le ho realizzate, ma tenute fuori perché non ne ero soddisfatto. Ero consapevole del fatto che rivisitare brani di artisti così importanti mi avrebbe esposto a confronti inevitabili, ma il desiderio di riproporre ai più giovani la possibilità di ascoltare alcune canzoni che non conoscono, non parlo ovviamente dei loro fans ma di quei fruitori di musica che quel periodo non l’hanno vissuto per un fatto anagrafico o per un fatto di distrazione, perché coinvolti da generi musicali differenti, era più forte di qualsiasi timore nell’affrontare belle canzoni come queste e di così notevole portata. Sono orgoglioso di questo lavoro perché può essere considerato un disco registrato dal vivo, poteva chiamarsi “Buona la prima”: di comune accordo con Enrico Zanisi e Alberto Lombardi non volevamo assolutamente ripetere la registrazione, abbiamo tenuto ciò che è venuto fuori in quel momento, come un’istantanea fotografica, senza ritocchi di alcun tipo, per non togliere quel pathos che si crea la prima volta che provi a rivisitare la canzone e registrarla. Mi sono incontrato con Zanisi, pianista del disco, il giorno prima per accordarci sulle tonalità, sull’intenzione delle esecuzioni, ma ci siamo lasciati liberi, nessuno dei due sapeva cosa avrebbe fatto l’altro. Abbiamo registrato il giorno dopo al Forward Studios di Roma, in presa diretta, senza mai ripetere l’esibizione. Ci saranno delle imprecisioni, ma è il bello di un’esibizione live, dove vige l’imprevedibilità dell’emozione che hai in quel preciso momento, mentre suoni o canti e che è un momento unico, irripetibile e non perde di quel pathos che talvolta si esaurisce quando registri un disco di music pop, tagliando, “cucendo” i momenti migliori per ottenere un risultato finale che sia “perfetto”. Ogni brano è stato ripreso negli studi dove sono avvenute le registrazioni, attraverso riprese video che ritraggono quel momento della registrazione, per far risaltare ancora di più l’esibizione dal vivo, il labiale perfetto testimonia che live non mente. QUESTIONE DI CORDE era stato concepito come disco che doveva essere eseguito solo al piano e alla chitarra, poi con Alberto, produttore e arrangiatore del disco, abbiamo riascoltato tutto, ci siamo resi conto che dovendo diventare un disco, alcuni brani per risultare completi avevano bisogno di arrangiamenti che ne esaltassero la bellezza che già di loro avevano, ma che l’aggiunta di qualche strumento avrebbe reso più coinvolgente. Da qui la scelta in post-produzione di invitare dei musicisti, Primiano Di Biase alla fisarmonica, Simone “Federicuccio” Talone alle percussioni, Pierpaolo Ranieri al basso e Mario Gentili al violino, che hanno completato alcuni brani. Sarebbe stato impossibile la presenza in studio di tutti, per motivi di impegni, loro sono musicisti spesso in tour, impegnati in situazioni diverse e le registrazioni avrebbero avuto dei tempi biblici. Ed è per questo che non ci sono durante le registrazioni video. Il titolo del disco è venuto da sé, senza forzature, una sera a cena dopo le registrazioni. “Questione di corde” sia perché gli strumenti musicali che mi accompagnano sono tutti a corda, sia in riferimento alle corde vocali della voce, come elemento che nel disco si caratterizza per la tessitura vocale usata e variegata, infine sia per una questione di scelta delle canzoni legate a ricordi personali (“corde dell’anima”).