Piovesse sempre così Incipit
cover of article Style: Cantautoriale
1.Uragano
2.Cosa penserà la gente (feat. Lisa Galantini)
3.Le luci delle case
4.Aprile (feat. Jaques Morelenbaum)
5.Macchina improbabile
6.Tutta l'aria che ci vuole
7.Feng Shui (feat. Carla Signoris)
8.Argilla (feat. Jaques Morelenbaum)
9.Non abbastanza
10.Col naso all'insù (feat. Paolo Silvestri)
11.Più lontano di così
12.Senza dire (feat. Jaques Morelenbaum)

WG Image CD CHF 25.20

Notes

Giua, cantautrice, autrice e pittrice, ama mescolare da sempre musica e pittura, ritmo e colore, amalgamare i gusti contrastanti e muoversi tra sonorità diverse. Con questo nuovo disco “Piovesse sempre così” prova ad accorciare la distanza che separa Genova - la sua città, il Mediterraneo, il suo mare - dal Sudamerica e i suoi oceani, terra dove è nato suo padre, culla di quella musica che fin da quando era bambina le è entrata dentro per poi mischiarsi a quella dei cantautori, al jazz, al rock e alla musica popolare.

A dirigere questo viaggio musicale un arrangiatore e pianista straordinario, Paolo Silvestri, con cui la cantautrice ha lavorato in questi anni come musicista e interprete in scena nello spettacolo “Quello che non ho” con Neri Marcorè, assieme ai chitarristi/polistrumentisti Pietro Guarracino e Vieri Sturlini. Lo spettacolo è stato in tournée per tre anni toccando tutti i teatri italiani più prestigiosi (oltre 150 repliche), ed è stato trasmesso recentemente dalla Rai. È a partire da questa esperienza che Giua decide di creare il suo nuovo lavoro ponendo al centro l’intreccio di voci e chitarre che ha caratterizzato il lavoro con Marcorè; un trio, quello con Guarracino e Sturlini, con cui sarà possibile riproporre le canzoni del disco anche dal vivo, passando dalle ballate più struggenti (“Col naso all’insù”, “Argilla”), a brani più scanzonati (“Macchina improbabile”, “Feng Shui”), a quelli più rock (“Le luci delle case”, “Più lontano di così”), fino ad arrivare ad alcune rivisitazioni di canzoni di De André (“Khorakhanè”, “Dolcenera”).

Ad affiancarsi al corpo centrale del disco, il batterista Rodolfo Cervetto e il bassista e contrabbassista Pietro Martinelli: è con la formazione al completo che le canzoni trovano la loro massima espressione dal vivo, per i colori, le dinamiche e le timbrature che il quintetto riesce a regalare. Ad impreziosire il tutto, il violoncello di Jaques Morelenbaum, ponte tra il cuore e il Sudamerica, che cuce a mano cinque canzoni. Carla Signoris segna un gol in rovesciata trasformando “Feng Shui” in una canzone postmoderna sospesa tra horror e nonsense, grazie anche alle armonizzazioni spiazzanti dei fiati di Giampiero Lo Bello, Luca Begonia e Paolo Maffi. Paolo Silvestri col suo pianoforte su “Col naso all’insù” ci porta a spasso tra i ricordi regalandoci la meraviglia e lo stupore di quando eravamo bambini. Lisa Galantini, con la stessa nonchalance dell’assurdo di un film di Buñuel, ci porta in giro tra i nostri pensieri rumorosi in “Cosa penserà la gente”.

Tanti anche gli autori con cui Giua ha scritto e ha pensato per dar voce e creare i giusti silenzi nelle sue canzoni: Zibba, Pacifico, Emilio Munda, Mario Cianchi, Gianluca Martinelli, Carlo Fava e Stefano Della Casa.