Matera Encounters AlfaMusic
cover of article Style: Jazz
1.Doin' Basie's Thing
2.Big Mama Cass
3.Groovin' Hard
4.Basically Blues
5.Over the Rainbow
6.Broadway
7.Admiral's Horn
8.Donna
9.Soul Kitchen

WG Image CD CHF 25.20

Notes

Non c'e tempo da perdere! Quando ascoltiamo le prime note del pianoforte, siamo gia praticamente trascinati dal flusso della musica, dal flusso delle sensazioni che provengono dai nove brani scelti da Dino Plasmati per l'incontro della LJP Big Band con un grande solista del jazz statunitense come Bobby Watson. Un repertorio scelto con attenzione da Dino Plasmati - chitarrista, direttore e animatore dell'ensemble - secondo alcune precise linee guida: una musica frizzante, gioiosa, sempre in movimento, capace di esaltare lo spirito brillante della formazione; la tradizione del jazz rivista attraverso uno sguardo meno consueto e per mezzo di compositori e interpreti diversi dai soliti; ultima, non meno importante anche se evidente, la forza dell'ensemble largo, la spinta delle varie sezioni fiati e le dinamiche che solo la big band sa offrire. Queste sono le chiavi utilizzate da Plasmati per mostrare in maniera immediata e coerente lo spirito della LJP Big Band.

Viene subito fuori il carattere guascone e divertito del gruppo, e il mood spumeggiante in cui viene coinvolto il pubblico, esaltato da un repertorio condotto sempre in maniera tirata e diretta. Persino le ballad, alla fin fine, pur mantenendo un carattere piu morbido, non diventano mai sdolcinate e si animano di una verve piu nervosa. E, infine, per chi avesse ancora qualche dubbio, le venature funky di "Admiral's Horn" e la scoppiettante rilettura di "Soul Kitchen" dei Doors, la spinta hard bop di "Groovin' Hard" e il dialogo serrato tra le sezioni che apre "Big Mama Case" mettono del tutto in chiaro le intenzioni della formazione.

La presenza di Bobby Watson trova il suo contraltare nella scelta di lavorare con brani e autori che guardano alla tradizione ma appartengono, per la maggior parte, a generazioni successive rispetto ai nomi storici. Come nel caso del sassofonista, si tratta di musicisti che hanno scavato all'interno del percorso tracciato da chi li ha preceduti per trovare nuove possibilità espressive. E, stando “appollaiati sulle spalle dei giganti” per citare Isaac Newton, hanno dato risalto alle loro intuizioni personali e al loro gusto, hanno mostrato come il jazz potesse evolvere anche dal suo interno. E Bobby Watson, sia con la sua militanza nei Jazz Messengers di Art Blakey sia con la sua carriera solista, ha seguito un filo analogo: dimensione prevalentemente acustica, aderenza coerente alla tradizione senza pero perdere l'occasione di rendere riconoscibile la sua voce e di proporre una visione moderna del linguaggio. L'incontro tra il solista e la big band diventa il terreno perfetto per mettere in pratica tutto questo: i dialoghi e le risposte tra le sezioni; la possibilita di giocare con gli arrangiamenti e di ampliare i brani oltre la “consueta” successione di temi e assolo; l'impatto delle dinamiche. Sono tutti elementi in grado di restituire e moltiplicare l'energia espressiva.

Dino Plasmati affianca da anni l'attività delle sue formazioni più ristrette alla direzione della LJP Big Band: il chitarrista ha sempre condotto questa sua “creatura” come un laboratorio di crescita e confronto, dove poter convogliare energie diverse e in grado di collaborare con nomi di altissimo profilo internazionale. E, allora, non c'e tempo da perdere... il pianoforte ha aperto le danze, presto si alzeranno le sezioni per intonare il primo tema e i solisti si daranno da fare per lanciarsi negli assolo: siamo già dentro lo spirito del disco!

Fabio Ciminiera