La generazione ansiosa - Come i social hanno rovinato i nostri figli Rizzoli
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Overview

La Generazione Z, quella dei nati dopo il 1995, è la prima ad aver attraversato la pubertà con in tasca un portale verso una realtà alternativa eccitante, ma pericolosa. È la prima ad aver sperimentato la transizione da un’infanzia fondata sul gioco a un’infanzia fondata sul telefono: i teenager della Gen Z hanno trascorso ore e ore ogni giorno a «scrollare» post, a guardare video proposti da algoritmi programmati per trattenerli online il più a lungo possibile e hanno passato molto meno tempo a giocare, parlare, toccare, esperire il mondo reale. Sono stati privati, cioè, di quell’apprendistato sociale insostituibile per lo sviluppo delle competenze necessarie alla vita adulta. Al progressivo spostamento dal mondo fisico a quello virtuale – dagli esiti catastrofici, soprattutto per le ragazze – è corrisposta anche la transizione da un’infanzia libera a una ipercontrollata: mentre gli adulti hanno infatti iniziato a proteggere eccessivamente i bambini nel mondo reale, li hanno lasciati privi di sorveglianza in quello online. Attingendo alle ricerche più recenti e autorevoli, Haidt mostra come queste due tendenze siano alla base di una «riconfigurazione» dell’infanzia che ha interferito con lo sviluppo sociale e neurologico di bambini e adolescenti, causando ansia, privazione del sonno, frammentazione dell’attenzione, dipendenza, solitudine, paura del confronto sociale. E mentre ne espone le disastrose conseguenze, propone quattro regole per liberare la «generazione ansiosa» e chiama alle armi genitori, insegnanti, aziende tecnologiche e governi, affinché si impegnino per salvare la salute mentale dei più giovani.
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Pagine: 456