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Il racconto della rinascita interiore in un mondo che cade a pezzi nel nuovo disco di Chicoria, "Due lettere dopo". Come un vero e proprio sequel di lettere, tra sonorità rap cupe e classiche, l'artista ritorna con la sua penna distintiva e poetica a narrare un sistema controverso, malato, corrotto, senza una via d'uscita e in una vorticosa e quotidiana discesa, ma da cui, in qualche modo, si può uscire migliori. Forse non possiamo vincerlo definitivamente, ma possiamo affrontarlo e mettere alla prova noi stessi. Dunque, il mondo non cambia, ma noi possiamo ancora cambiare la rotta e provare a direzionarlo differentemente.

Il richiamo del titolo alle lettere del Vecchio Testamento focalizza ulteriormente l'attenzione al cuore del messaggio: arrivare e parlare al pubblico, tra i fedelissimi cresciuti negli anni con le sue parole e le nuove generazioni, con un linguaggio accessibile e coerente, allo stesso tempo. L'urgenza è la chiave di volta di un romanzo musicale che non ha bisogno di altro, se non poter avere una casa, una possibilità di esprimersi e far immedesimare chi ha bisogno di essere raccontato.

Traccia dopo traccia, Chicoria ripercorre frammenti e temi della vita di tutti i giorni, temi maturi, impreziosendo il proprio punto di vista anche con altre figure, tra cui ad esempio, Speranza ("Escort"), Gemello e Briga ("Pezzi di pane"), Carl Brave e Side Baby ("Antenne"), Morris Gola ("Pasquino") e Vins ("Passamontagna"). Vite e viaggi differenti e simili che si incontrano per seguire un unico flusso: la verità.