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Bemerkungen

Il clavicordo è stato strumento che per molti anni della Baroque-Renaissance ha visto la propria luce trasferita su quella del più risuonante clavicembalo. Strumento intimo per eccezione, legato alla figura domestica del compositore più che alla sua figura pubblica, è indubbio che il riascolto di alcune pietre miliari, come i Sei Concerti Amburghesi di Carl Philipp Emanuel Bach sullo strumento che li vide nascere è oltre che curioso, un ascolto che ogni appassionato di musica antica dovrebbe fare almeno una volta nella vita.

Giovanni De Cecco che ormai ha dalla sua oltre che la già avviata integrale delle sonate mozartiane proprio su questo strumento, anche numerosi studi ed approfondimenti sulla portata che effettivamente esso ebbe nella scrittura di oggi acclamati capolavori tastieristici, dona con questo disco forse uno dei suoi contributi più importanti alla riscoperta tanto dello strumento che del repertorio. Attraverso note di copertina che fanno riscoprire la presenza pressoché costante del clavicordo nella vita di tutti giorni dei compositori, riscopriamo sei capolavori di quel mondo che si colloca in equilibrio tra l’ultimo barocco ed il primo classicismo, di cui proprio C. P. E. Bach fu uno dei principali e più importanti artefici.