Populous 2017
cover of article Stil: Elettronico, Ethno, Pop, Cumbia
1.Alfama
2.Alala
3.Azul oro (feat. Ela Minus)
4.Voz serena
5.Azulejos
6.Caparica
7.Cru (feat. Nina Miranda)
8.Racatin
9.Mi sueño
10.Batismo (feat. Riva)

WG Image CD CHF 22.90

Bemerkungen

Dopo ‘Night Safari’, disco che ha definitivamente consacrato Populous come uno degli artisti e producer più interessanti a livello internazionale, ora arriva ‘Azulejos’. L’album è stato interamente composto a Lisbona ed è la sintesi del nuovo viaggio sonoro di Populous, un ponte ideale fra i ritmi sensuali della cumbia sudamericana e l’elettronica europea. Mixato da Jo Ferliga degli Aucan il disco vanta anche un featuring con Nina Miranda degli Smoke City.

Un brevissimo diario di viaggio dell’autore: «Avevo sempre desiderato visitare Lisbona. Così, mentre cominciavo a lavorare al nuovo disco, ho pensato di trasferirmici per un paio di mesi. Da solo, senza conoscere ne la lingua ne avere contatti sul posto. Per vivere al meglio la città ho cambiato appartamento 5 volte, ogni volta cambiando zona, per scoprire e respirare al meglio la città. Ho cominciato da Alfama, poi Bairro Alto, Alcantara, Santa Catarina e infine Principe Real.

Ho portato dietro solo il mio laptop, una piccola tastiera MIDI e un microfono. Così Lisbona è diventata al contempo il mio studio di registrazione e la mia fonte d’ispirazione. Ho girato nei mercatini per comprare dischi da campionare (la regola era solo dischi portoghesi o sudamericani), ho raccolto field-recordings mentre ero sui tram, rimanevo per minuti a fissare i ragazzini agli angoli delle strade che ascoltavano kuduro, ballavano e cantavano sul beat, ho girato per le strade di Principe Real nella speranza di incontrare Panda Beare chiedergli personalmente di cantare nel disco, ma questo non è mai successo.

Sono rimasto affascinato dagli azulejos (le mattonelle di ceramica decorata con la quale sono rivestite molte case in Portogallo), così luminosi, colorati, psichedelici, ma anche sporchi, ammaccati e decadenti. Ho pensato che fossero l’oggetto perfetto per descrivere una città, una nazione, il mio viaggio, il mio stato d’animo e la musica che ho scritto in quel periodo.

Volevo fosse un disco latino in tutto e per tutto, così ho deciso di non avere nessun cantato in inglese. Sono cresciuto ascoltando Portishead, Massive Attack e tutta la scena di Bristol e ricordo che in quel periodo c’era anche ‘Underwater love’ degli Smoke City che continuava a girarmi in testa, per cui quando Nina Miranda ha accettato di cantare in una delle tracce ho pensato fosse la perfetta chiusura di un cerchio. Siccome volevo ci fosse anche lo spagnolo ho poi anche chiesto l’aiuto di Ela Minus, una dolcissima ragazza colombiana che vive a New York.

A quel punto ho preso tutti i miei sketches e li ho terminati a casa, in Salento. In Azulejos ho provato a metterci tutto questo. Ma più che altro volevo fosse una specie di atto d’amore nei confronti di una città che mi ha accolto benissimo e che mi ha fatto sognare per 2 mesi. Una città a metà fra spirito sudamericano e modernità europea, africana e tremendamente malinconica, proprio come me».

(Fonte: La Tempesta)