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«Questa è una storia parziale e non ha la pretesa di ricostruire alla perfezione gli accadimenti storici. È una storia d'amore personale, a tratti assai stramba e picaresca, che però somiglia a quella di tanti altri. Una storia, quella del comunismo italiano, tanto forte da far tremare i polsi.» Sergio Staino è uno dei più importanti vignettisti italiani. Attraverso la sua creatura di fantasia, Bobo, panciuto, scettico, amletico, ironico, prototipo di un certo tipo di comunista, ha raccontato i passaggi fondamentali della storia del P.C.I., gli snodi cruciali, le battaglie campali, gli errori madornali e le ipocrisie.
Dalle campagne toscane del secondo dopo-guerra, in cui avviene la sua formazione politica fino ad oggi, alla tanto odiata età del populismo, quello di Sergio Staino è un viaggio nella sua memoria che tiene dentro tutto: Togliatti e Berlinguer, Brecht e Che Guevara; l'Unione Sovietica e la Cina; le differenze tra il comitato centrale del partito e le masse, sempre indomite e pronte alla rivoluzione; gli anni a «l'Unità» di Macaluso, il crollo del Muro di Berlino e la fine del mondo comunista. E soprattutto aneddoti sconosciuti ai più, vicende personali e riflessioni a voce alta. La sua storia sentimentale è una lettura moderna e "ripensata" di tutto ciò che è stato e ciò che poteva essere. Un atto d'amore verso un'idea che non tramonta e che seppur in forme diverse chiede ancora conto alle società di oggi e di domani.
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