Cantico di una vita Raffaello Cortina
cover of article Genre: Metodologia scientifica

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Gennaio 1951: “Continuo a essere in luna di miele con i miei embrioni. Ogni giorno il piccolo spiraglio che ho aperto si apre un pochino di più e mi domando se è la grotta di apriti Sesamo che ho davanti a me”. Quel piccolo spiraglio porterà Rita Levi-Montalcini al premio Nobel (1986). In queste lettere ai familiari, che coprono l’arco di un quarto di secolo, la grande studiosa italiana offre non solo una descrizione della ricerca che ha cambiato il volto della biologia contemporanea, ma anche uno spaccato dell’esistenza quotidiana di chi ha dedicato la vita alla scienza (“quello del biologo è un gran bel mestiere!”). Affronta inoltre il grave problema del male del secolo, poiché “il cancro è la ribellione di una cellula alle leggi che regolano la vitalità di un organismo”, una sorta di “ribellione di Satana contro Dio”.

È una testimonianza di altissimo valore umano e civile. Tre passioni, “semplici, ma irresistibili”, si intrecciano in questo Cantico: l’affetto per i propri cari, la dedizione alla ricerca scientifica e il “prodigare tutta me stessa per l’aiuto al prossimo”.

“L’impegno, la fiducia in se stessi, la serenità e il coraggio” sono le doti che ogni appartenente alla specie dell’Homo sapiens dovrebbe saper trarre dal proprio vissuto per affrontare le difficoltà dell’esistenza. In tali termini, Rita Levi-Montalcini si congeda da quanti l’hanno seguita in questi tratti del suo percorso.
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Collana: Scienza e idee / Pagine: 272