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Ogni nuova generazione di artisti ha i suoi rappresentanti che non mancano di tributare la loro sincera ammirazione verso i Cure. Il complesso inglese, infatti, da decenni riesce a rimanere in perfetto equilibrio tra la lacrima e il sorriso sui bordi del pentagramma. Durante il loro longevo cammino discografico hanno attraversato svariate correnti stilistiche - dal post punk all'alternative rock - senza farsi intrappolare da una specifica categoria. Il merito di questa evoluzione è soprattutto di Robert Smith, vero baricentro della formazione dalla personalità sfaccettata. Questo volume analizza la sua carriera interpretando le influenze letterarie e sonore dietro ogni album e collaborazione, contestualizzando i suoi rapporti sia con la scena musicale mainstream che con le sottoculture più di nicchia. Con un approccio critico all'intera discografia l'autore propone una prospettiva inedita: ridimensionare l'aura goth/dark da sempre associata a Robert Smith per esaltare la sua capacità di songwriter di sentimenti. Troviamo poi un approfondimento delle influenze cinematografiche che Robert Smith ha assorbito o ispirato negli anni (compreso il film di Sorrentino This Must Be the Place). Tra le altre, vengono narrate anche le sue amicizie con Tim Burton e Trent Reznor. Infine vediamo le antipatie con Morrissey degli Smiths, Peter Hook dei New Order, la rivalità con Siouxsie, la causa legale con l'altro fondatore dei Cure, Lol Tolhurst, e tanti altri scontri.
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