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I discorsi che hanno segnato il papato di Benedetto XVI offrono un grande spunto di riflessione sul senso della fede nella contemporaneità: dall’omelia della messa pronunciata appena assurto al soglio pontificio fino all’ultima udienza pubblica in piazza San Pietro, questi interventi hanno contrassegnato un pontificato nel quale la profondità della riflessione teologica si è caratterizzata per una semplicità di linguaggio che ha nutrito la fede di milioni di persone. I celebri interventi al Collège des Bernardins di Parigi e all’Università di Ratisbona mettono a fuoco il rapporto tra fede e ragione, mentre le allocuzioni al parlamento inglese e a quello tedesco delineano una teoria della politica in cui l’etica riveste un posto imprescindibile. Allo stesso tempo il discorso alla Curia romana sull’eredità del Concilio Vaticano II, la lettera pastorale ai cattolici dell’Irlanda sul riconoscimento penitenziale dei peccati da parte di membri della Chiesa, e il discorso tenuto ad Auschwitz nel 2006 ammantano queste pagine di vibrante sapienza. Un testo da leggere e rileggere per conoscere ancora meglio la profondità di un maestro di fede, di speranza e di carità.
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